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MÉTODO MÉZIÈRES |
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È una tecnica di riabilitazione individuale ad approccio globale che, attraverso il ripristino della simmetria corporea, permette il recupero funzionale. Il paziente, secondo una visione olistica, è valutato nella sua totalità al fine di ricercare le contratture muscolari presenti e responsabili del problema patologico in corso. Françoise Mézières diceva: “Il corpo è schiacciato dalla propria forza-peso, vale a dire dalla propria forza muscolare, dalle ipertonie, dagli stati di tensione e contrazione, dalle perdite di elasticità”; un muscolo debole non è solo quello poco allenato, ma anche quello che lavora troppo: un eccessivo lavoro muscolare comporta un irrigidimento delle strutture elastiche del muscolo, la perdita di elasticità è sinonimo di debolezza. Ogni muscolo viene inserito in un sistema più complesso di catene ed è per questo che la debolezza di una zona può portare disturbi, squilibri e compensi anche a distanza.
Nel Mézières attraverso l’utilizzo di 3 principali posture e diverse loro varianti si arriva a riarmonizzare l’intero sistema muscolo-scheletrico: i principi del metodo sono semplici e seguono nient’altro che l’anatomia e la fisiologia, ma l'attuazione pratica è molto più difficile da realizzare dato che non è una semplice ginnastica dolce, ma si tratta di un lavoro posturale e correttivo impegnativo sia per il paziente che per il terapista sul piano fisico e psicologico.
È indicato per normalizzare tutti i problemi osteo-muscolo-articolari ed ha come campo di applicazione quello della patologia funzionale:
- vertebrale: lombalgie, lombo-sciatalgie, ernie del disco, torcicollo, cervicalgie, cervicobrachialgie, etc..
- articolare: periartrite scapolo-omerale, coxartrosi, gonartrosi
muscolare: sindrome degli scaleni, sindrome dello stretto toracico superiore, sindrome dell’angolare, sindrome del piriforme, tendiniti.
- dismorfica: iperlordosi, ipercifosi, scoliosi, ginocchia valghe/vare, piede piatto/cavo.
Viene indicato, inoltre, per gli sportivi per la prevenzione di contratture, stiramenti, strappi, tendiniti; chiunque può sottoporsi alla terapia Mézières, non vi sono controindicazioni ma un'unica condizione: la collaborazione della persona con il terapista, il successo del trattamento è legato alla capacità del paziente di sincronizzare soprattutto l’espirazione con i movimenti di allungamento esercitati sulle fasce muscolari.
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Non perché faccia loro male, ma per l’assenza di questa collaborazione, la metodica Mézières non sempre è possibile praticarla con bambini troppo piccoli. |
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Secondo Françoise Mézières, creatrice e studiosa del metodo, esiste una forma perfetta del corpo alla quale rifarsi e da confrontare con tutte le altre. Essa è quella che rispetta le proporzioni usata dagli antichi greci nella scultura del periodo classico, molto caro a Leonardo da Vinci e considerato dalla ideatrice stessa “legge di armonia universale”. Secondo la Mézières è infatti la forma a governare la funzione e non il contrario; attraverso un costante miglioramento della forma, della quale la “statua greca” è il canone, ci si avvicina alla forma perfetta. A partire da questi presupposti tale Metodo ha lo scopo di “curare” la persona cercando di ripristinare la simmetria delle parti con un lavoro di rieducazione di tipo posturale attraverso esercizi che favoriscono l’allungamento dei muscoli privi di elasticità. Solo agendo sui singoli muscoli è possibile determinare un cambiamento delle strutture articolari. Chi ha per esempio una schiena curva, un piede piatto, una lombalgia, si muoverà in maniera meno fisiologica ed eviterà una serie di movimenti che sa gli procureranno dolore; così il corpo adotterà una serie di meccanismi di compensazione per evitare di sentire male.
I numerosi muscoli, specialmente quelli posteriori del corpo e dorsali, si comportano come un unico grande e potente muscolo in grado di deviare la corretta posizione di vertebre e capi articolari su cui hanno inserzione. Questo comportamento venne analizzato dalla Mézières attraverso uno studio minuzioso dell’anatomia e della cinesiologia muscolare, per arrivare a sostenere che ogni muscolo del corpo è collegato all’altro e sovrapposto andando a costituire diverse catene muscolari fra le quali la più importante è quella posteriore che origina dalla parte posteriore della nuca, percorre i muscoli del dorso, delle natiche, della parte posteriore delle cosce, delle gambe fino ad arrivare alla pianta ed alla punta dei piedi. |
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Queste catene si trovano sempre in una condizione di ipertonicità e costante retrazione e se non dovutamente corrette in allungamento possono causare tutta una serie di dimorfismi: scoliosi, dorso curvo, iperlordosi, ipercifosi, ecc.; i muscoli in questo caso fungono da freno ed impediscono il corretto movimento e debbono essere allungati e liberati dalla loro stessa energia.
Françoise Mézières elaborò il suo metodo nel 1947, dopo aver visitato una signora affetta da periartrite scapolo-omerale ed un dorso curvo piuttosto serio che stava cercando di correggere con dei corsetti. Questi in realtà non le avevano alleviato il disturbo ma le avevano provocato escoriazioni dolorose (negli anno ’40 erano realizzati in ferro e cuoio). La fece sdraiare a terra come nella figura 1 subito si evidenziava l’ipercifosi dorsale accompagnata da un anteposizione delle spalle. |
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Figura 1 |
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Figura 2 |
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Figura 3 |
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Poggiando le mani sulle spalle della donna (Figura 2) per abbassarglele, compariva un’enorme curva a livello lombare.
Chiedendo alla signora di flettere le ginocchia sul petto (Figura 3), la lordosi lombare si spostò a livello cervicale con la testa che si spostò indietro.
Il primo trattamento comincia sempre con l’anamnesi: il terapista ricostruisce la storia medica della persona, partendo dal passato fino agli attuali disturbi. Poi si procede con l’esame obiettivo, con l'osservazione del paziente. Considerato che il recupero della forza e dell'elasticità e la riduzione del dolore dipendono dal ripristino della buona morfologia, il bilancio sarà essenzialmente morfologico. Si comincia in posizione eretta, ed l’operatore osserva davanti, dietro e sui lati. Rileva se:
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i piedi nella loro parte interna sono allineati dagli alluci fino ai talloni;
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gli arti inferiori si sfiorano nei polpacci, nelle ginocchia, nelle cosce;
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la colonna vertebrale è in asse e segue le sue curve fisiologiche;
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le spalle sono allineate e non una alta o anteposta rispetto all’altra;
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una parte del bacino è più elevata dell’altra;
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il collo è curvato indietro (iperlordosi con il mento alto) o tende troppo verso lo sterno.
Poi il terapista fa eseguire una flessione anteriore per vedere se tutte le vertebre seguono una curva regolare o deviano, per verificare la tensione della catena muscolare posteriore, infine si fa sdraiare il paziente in posizione supina su un apposito tappeto e/o lettino. Grazie all'osservazione, rapida e precisa, il terapeuta ha già una visione sintetica delle asimmetrie del paziente e delle difficoltà che potrà incontrare. Ha inizio così il trattamento: una successione di posture, proposte dal terapeuta e mantenute dal paziente. Lo scopo delle posture è di allungare le catene muscolari facendo riferimento alla forma perfetta ma si dà altresì importanza alla respirazione che accompagna tutto il trattamento: è importante soprattutto l’espirazione dato che favorisce l’allungamento delle catene muscolari che, in quanto troppo retratte, determinano dolore. |
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Questo dolore a sua volta crea un certo disagio e quindi il corpo, in maniera del tutto incosciente, mette in atto tutta una serie di "compensazioni" per evitare l'allungamento; in realtà i pazienti descrivono questa sensazione come "un dolore che si sente che fa bene". Le diverse posture che vengono proposte al paziente vengono indicate a seconda delle deformazioni del soggetto e delle modalità di compensazione che egli stesso utilizza per proteggerle. Non esistono quindi delle posizioni standard, non esiste nessuna ricetta, solo alcuni principi di base. Nell’arco delle varie sedute si inizia a vedere che il torace alto comincia a scendere, la muscolatura dorsale si allunga progressivamente, le vertebre lombari, attraverso un lavoro sul bacino, si abbassano fino a toccare il tappeto, la colonna cervicale ritrova la sua posizione corretta; si cerca di portare il corpo alle simmetrie più vicine a quelle fisiologiche Il metodo Mézières aiuta il paziente anche a livello psicologico, insegna infatti a:
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ascoltare il proprio corpo, per capire quando avvengono le compensazioni e come correggere il movimento;
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percepirne i disagi: ad esempio una persona con un accentuazioni delle curve della colonna vertebrale, può innescare una postura difensiva di chiusura delle spalle
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vincere le inibizioni: un insicurezza nelle relazioni può spingere la persona a camminare con lo sguardo basso ed il collo in tensione verso il mento;
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respirare in profondità liberando le emozioni trattenute nei muscoli
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vincere le resistenze psicologiche imparando ad affidarsi: durante la seduta il terapista può suggerire di chiudere gli occhi per favorire il rilassamento e la concentrazione. Ciò presuppone il fidarsi e l’affidarsi alle mani del professionista.
Si può affermare infine, che il Metodo Mézières, anche se differente da tutti gli altri metodi, è dell'osteopatia fasciale; vi è un'assoluta complementarità fra il metodo Mézières e l'osteopatia. |
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