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L'OSTEOPATIA |
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L’osteopatia è una metodica di diagnosi e di trattamento nata nel 1874 dal medico americano Dr. Andrew Taylor Still (1828-1917); pur basandosi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, neurologia, ecc.) non prevede l’uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia, ma attraverso manipolazioni e manovre specifiche si dimostra efficace per la prevenzione, valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano l'apparato neuro-muscolo-scheletrico.
Inoltre a differenza della medicina tradizionale allopatica, che concentra i propri sforzi sulla ricerca ed eliminazione del sintomo, l'osteopatia considera il sintomo un campanello di allarme e mira all'individuazione della causa alla base della comparsa del sintomo stesso.
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Dal "World Osteopathic Health Organization" (WOHO)
L'osteopatia è un sistema affermato e riconosciuto di prevenzione sanitaria che si basa sul contatto manuale per la diagnosi e per il trattamento; rispetta la relazione tra il corpo, la mente e lo spirito sia in salute che nella malattia: pone l’enfasi sull’integrità strutturale e funzionale del corpo e sulla tendenza intrinseca del corpo ad auto-curarsi. Il trattamento osteopatico viene visto come influenza facilitante per incoraggiare questo processo di auto-regolazione. I dolori accusati dai pazienti risultano da una relazione reciproca tra i componenti muscolo-scheletrici e quelli viscerali di una malattia o di uno sforzo.
"Ho pensato che l'osso, osteon, fosse il punto da cui dovevo partire per accertare la causa delle condizioni patologiche e così ho messo insieme "osteo" con "patia" e ho ottenuto Osteopatia".
(Still, A.T. Autobiografia, 1897, p.98) |
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In Italia tale figura professionale non è ancora ben inquadrata e disciplinata; da noi l’osteopata è un fisioterapista, un laureato in Scienze Motorie o un medico che ha frequentato un corso post laurea di sei anni (part-time) o di 5 anni (full-time), con minimo 1800 ore di apprendimento annuale, abbia inoltre svolto un tirocinio clinico, superato gli esami annuali e quello finale del corso. Tale percorso di studio e formazione pone gli osteopati professionisti italiani in linea con lo standard europeo rispettando dei parametri stabiliti nelle scuole di osteopatia presenti già da molti decenni negli altri paesi; attualmente è riconosciuta nei seguenti paesi: Stati Uniti, Australia, Gran Bretagna (inserita nel S.S.N.), Nuova Zelanda, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Olanda, Svizzera, Belgio.
In Italia nonostante il vuoto legislativo la formazione degli osteopati è regolamentata dalle associazioni, registri e sindacati di categoria che, ponendosi in linea con le indicazioni osteopatiche europee, stabiliscono precisi requisiti di accesso alla professione e indicano un rigoroso modello didattico alle scuole che vogliono essere riconosciute e accreditate. Il CSdO - Consiglio Superiore di Osteopatia - rappresenta l'osteopatia Italiana ed è costituito dalle maggiori associazioni di professionisti presenti sul territorio nazionale (AIMM, AMOI, FeSIOs, ROI, UPOI) |
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L’osteopatia parte dallo studio minuzioso del corpo umano dal punto di vista anatomo-fisiologico studiandone il rapporto struttura anatomica e funzione della stessa, per arrivare a spiegare e curare le patologie derivanti da alterazioni dell’una o dell’altra. È basata sulla teoria che il corpo sia capace di resistere e di combattere gli influssi nocivi dell’ambiente, lo stress abituale della vita quotidiana, grazie al proprio potenziale di autoregolazione – autoguarigione a patto che i vari sistemi del corpo siano in equilibrio. Le influenze “nocive” della vita possono creare dei malfunzionamenti, ridurre e/o sopraffare la capacità naturale del corpo di “adattarsi”; si arriva ad una situazione critica e ad un certo punto sopraggiunge la “malattia” con disturbi più o meno importanti.
Still affermava che se l’equilibrio del sistema è intatto, il potere di autoguarigione dell’organismo è enorme. Questa è la salute ed è lo stato naturale delle persone; là dove necessita ristabilirne l’efficienza interviene l’osteopata con le sue tecniche, puramente manuali, rivolte all’intero corpo, tramite 3 grossi approcci che durante un trattamento vengono utilizzati indifferentemente in funzione della necessità terapeutica:
• Strutturale: si applica a tutte le patologie della struttura muscolo scheletrica che possono dare problematiche quali lombalgie, sciatalgie, discopatie, distorsioni, scoliosi, tendiniti, cervicalgie, torcicollo,nevralgie cervico-brachiali, cruralgie, ernie del disco, sindrome del tunnel carpale, ecc.
• Viscerale: coliche epatiche, cattiva funzionalità della colecisti, gastriti, sindrome da reflusso gastro-esofageo (MRGE), alcune forme di ernia iatale, coliti, stipsi, cistiti, ciclo mestruale doloroso, ecc.
• Cranio-sacrale: cefalee, emicranie, alcune alterazioni dell’articolazione temporo-mandibolare (A.T.M.), nevralgie del trigemino, vertigini, alcuni problemi degli occhi, sinusiti, le affezioni dei neonati e dei bambini legate al parto, ecc.
Il concetto osteopatico può riassumersi nei seguenti principi che Still enunciava continuamente:
• L’unità del corpo (nozione di globalità): l’organismo funziona come una entità dinamica ed indivisibile, in un orologio è impossibile agire su una parte del movimento senza che ci sia una ripercussione su ogni altra parte che compone questo movimento: il percorso della lancetta più piccola è legato, tramite una serie di ruote scanalate, a quello della lancetta grande e così via. Lo stesso vale per l’organismo: un insieme di muscoli, strutture scheletriche, organi interni che trovano il loro collegamento nei centri nervosi della colonna vertebrale. Ogni sua parte, psiche inclusa, è indipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura, quindi il benessere.
• La struttura governa la funzione e viceversa: La perfezione di ogni funzione è legata alla perfezione della struttura portante, se tale equilibrio è alterato ci si trova di fronte a una disfunzione osteopatica, caratterizzata da una zona corporea in cui è andata persa la corretta mobilità. L’organismo reagirà a tale disequilibrio creando delle zone di compenso e di adattamenti corporei non favorevoli al benessere generale dell’individuo. Per esempio una marcata gonartrosi (struttura), condizionerà la deambulazione (funzione); un carico maggiore sul versante laterale del ginocchio (funzione) può portare un usura precoce di quella zona (struttura).
• L’autoguarigione: Still, affermava che il corpo contiene in se stesso tutti i mezzi necessari ad eliminare e prevenire le malattie. E ciò a condizione che i sistemi di autoregolazione siano liberi di funzionare correttamente, vale a dire che non si abbia alcun ostacolo sulle vie della nutrizione tissulare e della eliminazione dei rifiuti, per questo disse che la legge dell’arteria è suprema, dove intendeva tutto il pacchetto vascolo-nervoso che arriva in una zona, in un sistema: se l’irrorazione e l’innervazione è buona non ci sarà sofferenza ma omeostasi, al contrario si avrà perturbazione. Non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è proprio quello di eliminare gli “ostacoli” alle vie di comunicazione del corpo al fine di favorire la capacità innata del corpo ad auto curarsi.
L’Osteopatia è complementare alla medicina ufficiale dato che si fonda sulle stesse discipline di base quali anatomia, fisiologia, patologia, ecc; le due medicine sono complementari dato che la ad una visione analitica della medicina ufficiale che scompone il corpo nelle sue parti più piccole per studiarle, l’osteopatia si affianca in modo vantaggioso con un approccio sistemico/globale che mette in relazione le varie parti del corpo per studiarne il funzionamento. Per esempio, in presenza di un dolore al ginocchio, cervicale, lombare, indagare analiticamente svelerà la causa se questa consiste in una lesione locale; la valutazione sistemica/globale sarà invece necessaria se il dolore nasce da un problema posturale (per esempio un mal di testa può essere causato da un trauma alla colonna vertebrale).
L’Osteopata va alla causa che ha generato un problema e la tratta; non il sintomo che in genere è sempre secondario. Ad oggi è sempre più presente all’interno dello staff sanitario di squadre sportive di un certo rilievo di calcio, basket, volley, rugby, ecc., dove gli atleti hanno necessità di tornare in campo il più rapidamente possibile dato che in genere occorrono poche sedute (in base alla gravità del problema ed all’età del paziente); grazie al suo approccio dolce, può essere consigliata al trattamento dal neonato all’anziano.
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