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Al termine di tutto ciò, prima di iniziare il trattamento, l’Osteopata avrà già formulato un’ipotesi di disfunzione osteopatica, ovvero un’ipotesi sulla causa che ha originato il disturbo, da convalidare nella seconda parte della seduta.
L’Osteopata, infatti, non si accontenta di trovare e curare i sintomi, ma considerandoli solo delle manifestazioni secondarie di disfunzioni più profonde va a ricercarne le cause nella totalità del corpo, poiché queste possono trovarsi anche lontane dall’area di insorgenza dei sintomi stessi.
Si inizia con un Esame Obiettivo Generale: un indagine sul corpo scandita segmento per segmento, unita ai test del caso e a test generali mescolati con criterio e applicati nelle varie posizioni del corpo nello spazio (sdraiato, in piedi, seduto, etc). Vengono utilizzate tutte le nozioni di anatomia, fisiologia e una fine sensibilità palpatoria che si possono ottenere solo con uno studio approfondito e molta pratica. Si rispetta la ”globalità del corpo” facendo riferimento alle linee di gravità che hanno punti di riferimento precisi sullo scheletro, rappresentando le forze positive e negative che regolano l’equilibrio e la mobilità del corpo. Non ci sono ricette preconfezionate, ogni paziente è diverso, lo stesso test eseguito su più pazienti darà esiti diversi, ogni disfunzione può dare conseguenze diverse. Nell’esame viene valutata la temperatura, lo stato, il colore della cute, si valuta il grado di mobilità (in relazione al segmento di per se e in relazione alla globalità).
Il trattamento, si basa fondamentalmente su tre principi:
a) Il corpo è in grado di autoguarirsi: in quanto contiene in se tutti i mezzi per eliminare e prevenire le malattie, a patto che i sistemi di autoregolamentazione siano in equilibrio;
b) La relazione tra struttura e funzione: gli ostacoli e le disfunzioni sono infatti da ricercare nel sistema neuro-mio-fascio-scheletrico che si ripercuote poi nelle più svariate funzioni corporee;
c)L’unità del corpo umano: l’organismo funziona come una entità dinamica ed indivisibile, in un orologio è impossibile agire su una parte del movimento senza che ci sia una ripercussione su ogni altra parte.
Nelle sedute successive l’Osteopata valuta come il corpo ha reagito al trattamento e come ha cercato di rispondere con il nuovo equilibrio. Guiderà la ricerca di un’equilibrio sempre più stabile, che l’organismo adotterà sulla base del principio di autoguarigione/autoregolazone. La domanda che ci pone spesso il paziente è: di quante sedute avrò bisogno? In realtà non c’è un numero ben preciso di sedute da eseguire; ci sono disturbi che passano in una sola seduta, altri che ne hanno bisogno di diverse: questo è legato oltre che alla gravità del motivo della consultazione, soprattutto alla risposta dell’individuo stesso.
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