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Non solo, la spalla per adempiere a tutti i suoi gradi di escursione ha bisogno di avere libere tutte le strutture ad essa correlate quali la colonna vertebrale, il torace, l’ATM, alcune ossa del cranio, ecc.; questo avviene grazie al tessuto connettivo che, oltre ad i suoi innumerevoli compiti quali ammortizzatore, sostegno, difesa, emodinamica, attraverso una sua specializzazione quale la fascia, può creare delle catene lesionali vicine o a distanza che poi perturberanno la spalla.
Tra le patologie più comuni troviamo la sindrome da conflitto sub-acromiale con interessamento del tendine del muscolo sovra spinato, tendinite e/o rottura della cuffia dei rotatori, borsite, capsulite adesiva (o spalla congelata), artrosi, ecc.; queste patologie sono più tipiche nell’anziano ma possono interessare chiunque a partire dai 35-40 anni, soprattutto se la persona ha subito un trauma passato, è uno sportivo o compie un attività con prevalente utilizzo degli arti superiori.
La valutazione clinica dopo l’anamnesi consiste nell’ispezione, palpazione, valutazione della forza muscolare, dolorabilità alla digitopressione, escursione di movimento, test specifici della spalla stessa; in alcuni casi può essere utile completare l’esame clinico con esami strumentali scelti dal medico quali RX, RMN, ecografia muscolo-scheletrica.
Nel trattamento, oltre alle strutture ossee e alle parti molli del cingolo scapolare, si valuteranno ed eventualmente si normalizzeranno tutte le strutture sopra menzionate che, a livello muscolare, legamentoso, fasciale, possono “confluirvi”; da non dimenticare che a volte una ptosi (discesa) viscerale attraverso tutta una serie di fasce, può portare ad un sovraccarico funzionale della spalla con relativa infiammazione e dolore. |