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All’interno del tunnel stesso il nervo mediano, che è la struttura più debole, sarà compresso dall’aumento di calibro dei tendini dei muscoli flessori della mano che sono infiammati. Anche malattie sistemiche possono essere associate alla Sindrome del Tunnel Carpale (es. diabete mellito, artrite reumatoide, mixedema, amiloidosi), come pure situazioni fisiologiche (gravidanza, uso di contraccettivi orali, menopausa), traumi (pregresse fratture del polso con deformità articolari), artriti e artrosi deformanti.
Nelle fasi iniziali, i sintomi manifestati saranno formicolii, sensazione di intorpidimento o gonfiore alla mano, prevalente alle prime tre dita della mano e in parte al quarto dito, soprattutto al mattino e/o durante la notte; successivamente compare dolore che si irradia anche all'avambraccio. Se la patologia si aggrava compaiono: perdita di sensibilità alle dita, perdita di forza e di volume dei muscoli della mano di pertinenza di questo nervo.
A volte il dolore è maggiore la notte dove il polso rimane a lungo iperflesso o iperesteso determinando così una maggiore pressione all'interno del tunnel carpale, con compressione del nervo mediano; la posizione sdraiata può ridistribuire i liquidi corporei con un aumento di questi agli arti superiori e quindi anche all'interno del tunnel carpale con conseguente aumento della pressione; il riposo stesso della mano favorisce la stasi dei liquidi all'interno del tunnel carpale.
La decade più rappresentata per i entrambi i sessi è quella compresa fra 50 e 59 anni con incidenza circa tre volte più elevata nella donna; in circa il 70% dei casi è bilaterale, con prevalenza della mano dominante.
Oltre ai sintomi riferiti dal paziente è importante effettuare un buon esame obiettivo neurologico per valutare la forza, i riflessi osteo-tendinei , la sensibilità, il trofismo muscolare; i test clinici più conosciuti sono il test di Tinel e di Phalen. Nel primo si percuote con il martellino apposito sopra il tunnel carpale, il paziente dovrebbe avvertire una scossa nel territorio di innervazione del nervo mediano; nel secondo si flette o si estende la mano sull'avambraccio per un minuto, i pazienti dovrebbero avvertire l'insorgenza di formicolii o il peggioramento di questi. In alcuni casi potrebbe essere consigliabile effettuare un esame EMG/ENG (elettromiografico / elettroneurografico) dato che i test possono dar luogo a falsi negativi o positivi. L'esame ENG elettroneurografico viene eseguito con elettrodi di superficie e piccole scosse elettriche e permette di valutare la velocità sensitiva (la prima ad essere alterata nella Sindrome del Tunnel Carpale), la velocità motoria , la latenza e l'ampiezza delle risposte sensitive e motorie del nervo, elicitate dalla scossa elettrica. Tuttavia per valutare adeguatamente la gravità della sindrome e per escludere compromissioni nervose a differenti livelli (ad esempio compressione cervicale) è necessario il completamento con esame EMG, eseguito utilizzando piccoli aghi che registrano l'attività muscolare.
Altre cause che possono dar origine a sintomi che simulano la Sindrome del Tunnel Carpale e che bisogna saper differenziare possono essere: radicolopatie cervicali, plessopatie brachiali, polineuropatie in genere, problemi biomeccanici al tratto cervicale (quando è il pollice dolente, è coinvolto il 6° nervo cervicale; quando è l’indice ed il medio è il 7° nervo cervicale; se è il mignolo è l’8°), artrite del polso, tendinite; una buona anamnesi del paziente è sicuramente fondamentale e d’aiuto nella differenziazione.
Il trattamento osteopatico del tunnel carpale è elettivo se deriva dalle cause differenziali su elencate; inoltre se è un “vero” tunnel carpale e diagnosticato precocemente dà ottimi risultati evitando l’indebolimento dei muscoli della mano, in questo caso il risultato sarà proporzionale al grado di intrappolamento del nervo mediano e del processo flogistico in corso. |